L’Atalanta vincerà lo scudetto
Gli ultimi movimenti di mercato dell’Atalanta hanno catturato l’interesse di tutti: lo scudetto non è più impossible?
L’estate è quel periodo in cui ci lasciamo affascinare dal mercato, gli prendiamo la mano, permettendogli di trascinarci in fantasie pericolose. Per dare la giusta immagine: accettiamo caramelle dagli sconosciuti, che siano calciatori, ds, allenatori o semplicemente undici che ci stuzzicano.
La fantasia che oggi si palesa nella testa di chi scrive e che non lo abbandona da quando ha letto “Scamacca ha scelto l’Atalanta!” è la Dea che vince lo scudetto, premiata per aver dimostrato di essere padrona delle dinamiche del calciomercato e anche un po’ per aver fatto quello che è riuscito al Napoli la scorsa stagione: piazza pulita, piazza piena, a mo’ di sacco.
D’altronde i movimenti mirati e l’occhio attento alle esigenze tattiche del Gasp, suggeriscono che l’Atalanta stessa stia coccolando questa utopia, questa emozione di mezza estate, perché le carte calate sul tavolo fanno colore come al poker, ed è tricolore.
A far saltare il banco in principio sono stati un acquisto e una vendita straordinaria. L’arrivo di El Bilal Tourè dall’Almeria per ventotto milioni (l’acquisto più caro della storia bergamasca) e la cessione di Hojlund al Manchester United per 75 milioni. Il primo a rifletterci è un crack di quelli veri, l’affare del danese invece ti fa pensare: questi potrebbero vedere una gamba di legno a 30 milioni altro che Aldo, Giovanni e Giacomo.
Milioni che sono stati investiti o pre-investiti dai bergamaschi in modo intelligente, parla il tabellino delle entrate concluse e potenziali: Bakker, Kolasinac, Adopo, El Bilal Tourè (come dicevamo) De Ketelaere e Scamacca (questi due da definire). Spesi per elementi che non solo rinfrescano la rosa, ma conferiscono a Gasperini una squadra rinnovata e pronta alla lotta, ma soprattuto completa.
Tra i pali aleggia un mistero, chi sarà titolare tra Musso e Carnesecchi, pensiamo il secondo, tra i migliori se non il migliore della scorsa stagione tra gli estremi. Gasperini prenderà una decisione a breve, ma quei sette metri che dividono i legni saranno difesi egregiamente in ogni caso. Con Toloi e Scalvini confermati, il reparto difensivo parte da una solida base (ma lo approfondiremo dopo). A centrocampo, il trio De Roon, Koopmeiners, Pasalic offre stabilità, regia, inserimento e reti, mentre l’arrivo di Adopo dal Torino potrebbe dare quella freschezza tanto necessaria che Ederson non è ancora riuscito ad esprimere lontano da Salerno, ma che dovrà pur tirar fuori.
Sulle fasce, Kolasinac e Bakker rappresentano una combinazione di esperienza e giovinezza, capace di supportare sia l’aspetto difensivo che offensivo del gioco e che vanno ad aggiungere alternative ai vari Zortea, Ruggieri, Zappacosta e Soppy. Tra l’altro il bosniaco può giocare anche da braccetto nella difesa a tre sul centro sinistra, lo vedremo soprattutto lì.
Il fulcro della creatività e dell’innovazione tanto cara a Gasp e incarnata negli anni dal Papu Gomez, potrebbe finalmente avere un degno erede in De Ketelaere, un giocatore che non abbiamo ancora visto e con il potenziale per esplodere in una posizione chiave. Con il suo gioco raffinato e la versatilità tattica, potrebbe essere l’asso nella manica della Dea, in una zona di campo che tra l’altro annovera: Kovalenko, Miranchuk, Cambiaghi, Lookman e ancora Muriel. Non sprovveduti.
In attacco, l’ingresso di Tourè e Scamacca crea un mix esplosivo di dinamismo e fisicità, strappi, cazzimma, botte e fughe, senza dimenticarsi della presenza di Zapata e Latte Lath.
Il modulo che si va a profilare è un intrigantissimo 3-4-1-2, che sfrutta le abilità dei giocatori nerazzurri al massimo ed è la base per un gioco aggressivo e forsennato, con sprazzi di fantasia, equilibrio, solidità difensiva e audacia in avanti.
Il possibile undici titolare è già abbastanza suggestivo: (3-4-1-2) Carnesecchi – Toloi, Scalvini, Kolasinac – Hateboer, De Roon, Koopmeiners, Bakker – Pasalic – Toure, Scamacca.
Mancano forse gli ultimi tasselli per far si che il mercato ci illuda ancora di più: abbiamo detto di De Ketelaere da 10 e poi un centrale di difesa, considerando che giocatori come Palomino, Djimsiti e Toloi hanno superato la soglia dei 30 anni e Demiral non ha più la considerazione del Gasp. Non a caso la lungimirante dirigenza nerazzurra sta intrattenendo trattative Hien del Verona, calciatore già pronto per una difesa a tre, e abile nel gioco palla a terra.
Poi… ciliegina sulla torta un altro esterno a destra. Soppy non ha soddisfatto le aspettative e Hateboer sembra essere in una fase calante. Un nome da “corriamo a puntarci un centone” è quello di Emil Holm, che si adatta perfettamente al profilo ideale di giocatore per il sistema tattico di Gasperini: alto ben 191 centimetri, possiede una falcata da quattrocentista e può vantare una fisicità robusta che gli permette di dominare i duelli aerei.
Perché del resto lì in cielo sono le migliore fantasie, come lo scudetto. E lì al cielo sembra stia puntando la Dea che bendata non è: ci vede benissimo, forse meglio di chi scrive che però ve la butta lì. Ci vediamo a fine stagione se l’undici sarà davvero questo…
3-4-1-2) Carnesecchi (Musso) – Toloi, Hien, Scalvini – Holm, De Roon, Koopmeiners, Bakker – De Keteleare (Pasalic) – Toure (Lookman), Scamacca (Zapata).
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