Quando la passione prende forma: le 10 coreografie più belle di sempre
Quando la passione delinea i suoi contorni: le dieci coreografie più belle di sempre.

© “NAPOLI – COREOGRAFIE” – FOTO MOSCA
Non è vero che la passione è qualcosa di astratto, il sentimento lo si può dimostrare in più e più modi: compiendo un gesto, dicendo una parola, perché no, dando vita ad uno spettacolo. Questo è il caso su cui scriveremo oggi: migliaia di tifosi che danno vita a coreografie sensazionali per dimostrare affetto, vicinanza e supporto ai loro beniamini. Parliamo di veri e propri capolavori, che spesso comportano grande sacrificio e grandi spese a chi le realizza. Ma non importa, perché per la propria squadra si è disposti a tutto. E poi, nell’era social odierna, e con delle idee geniali e innovative, è anche un modo per vantarsi nei confronti di altre tifoserie.
È difficile scegliere le più belle, in primis perché non si può essere obiettivi difronte a questa forma d’arte, in secundis perché ognuna ha il potere di trasmettere delle sensazioni diverse, elogia qualcosa o qualcuno che è potuto piacere o meno, racchiude in sé in momento storico particolare, oppure, più semplicemente, se – ad esempio – sono interista, non mi piaceranno mai le coreografie dei cugini milanisti. Dunque abbiamo deciso di prenderne un paio, per l’esattezza dieci, senza neanche classificarle, consapevoli di averne escluse alcune, ma che saranno sicuramente protagoniste di prossimi articoli. Soltanto dieci, infatti, sono davvero poche. Abbiamo deciso di concentrarci su alcune big del calcio europeo, per esattezza Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Barcellona, Napoli, Milan e Inter, più una squadra bonus.
Scopriamo (alcune del)le 10 coreografie che, almeno a chi scrive, hanno emozionato di più.
Su uno sfondo azzurro il Vesuvio, che d’improvviso decide di eruttare: segno di Napoli, della napoletantà, Sua Maestà che guarda dall’alto la città di Partenope viene spesso invocato dai tifosi avversari per fare un dispetto, senza sapere come sia per tutti i tifosi azzurri grande motivo di orgoglio e vanto in Italia e nel mondo. Oltre ad annoverarsi tra le migliori coreografie realizzate dagli azzurri, è sicuramente tra quelle più riuscite ed iconiche del campionato italiano. La Juventus, ospite in occasione del match,
Il famoso Muro Giallo del Borussia Dortmund, da quando è entrato nei cuori degli appassionati, non né è più uscito. Calorosi, folli, creativi, ogni gara di Champions League del Borussia è caratterizzata dal loro fantastico supporto. Tra le migliori coreografiche architettate non può mancare una delle più famose, quella contro il Malaga. Quella partita non poteva che andare per il migliore dei modi, e gli spagnoli tornarono a casa sconfitti, ma almeno hanno assistito (anche se passivamente) ad uno spettacolo andato in scena sulla curva. Per gli ospitanti, invece, quella partita volle dire semifinale.
Non sarà un video, ma tranquilli, non avrebbe reso l’idea come lo rende questa foto. Barcellona, con le sue geometrie, in campo e in città, è pronta a salutare uno dei suoi professori, e decide di omaggiarlo tingendosi dei suoi colori sociali ed uno striscione che ritrae il numero 6. Quella è stata l’ultima partita di Xavi, un evento storico, più che una dimostrazione di affetto. Infatti non è importante neanche ricordare il match, il risultato o latro, questa partita passa così alla storia così come la foto ha di diritto spazio nelle più belle immagini della Catalogna.

Restiamo in questa meravigliosa terra, e passiamo da un omaggio ad un altro: se quello di Xavi poteva tradursi in una sorta di clima di festa, di certo non si può dire questo per il prossimo. I colori sono sempre quelli, inconfondibili, indistinguibili, unici. Il blaugrana avvolge un Camp Nou in lacrime una triste e fredda sera tra marzo e aprile. È venuto a mancare da pochissimo il Profeta del calcio, Johann Cruijff, simbolo prima del Barcellona, poi di Barcellona e della Catalogna. Nessuno mai è stato così tanto a casa lontano da essa, e per di più, se in quella casa, ci hai scritto la storia sia da calciatore sia da allenatore, non servirebbero tutte le coreografie del mondo per ringraziarti, ma da lassù, magari, ti sei emozionato anche tu.
Omaggi, feste, ringraziamenti ma anche tanto significato possono avere alcune rappresentazioni, come a esempio la prossima, realizzata in uno dei momenti storici più complicati degli ultimi cinquant’anni, ma che fonda le sue radici in un concetto: il calcio non lo ferma nessuno. Nel giugno 2020, alla Gazprom Arena, i tifosi dello Zenit calano una gigantografia di un uomo con una maschera anti-gas che tiene tra le mani, in senso di vittoria, la rappresentazione del Covid-19. Un fumogeno verde oscurerà l’immagine del virus, e dal fumo che man mano si propaga nell’aria, come per magia, compare un pallone da calcio. Un messaggio di speranza, una trovata geniale, la passione per il calcio che trova la sua forma ed evidenzia i suoi contorni.
https://www.instagram.com/p/CB6lhixlD5t/?utm_source=ig_web_copy_link
Torniamo in Italia, con una delle coreografie più belle degli ultimi anni, made in Milan. La squadra di Stefano Pioli, in totale balia della stagione, attende il Tottenham per inscenare l’ottavo di Champions League. Dopo una serie di brutte prestazioni, culminate in cocenti sconfitte (come le due gare contro l’Inter), è il momento che scendano in campo i tifosi. San Siro diventa, per l’occasione, la tana del diavolo. Si saranno divertiti i veterani rossoneri in tribuna, ed anche i ragazzi in campo, forse solo gli inglesi no, dato che hanno passato un’ora e mezza nell’inferno.
https://www.youtube.com/watch?v=zU_R-jRsaWw&t=51s
Pezzo di storia del calcio recente, la finale di Madrid che consegnò alla storia Mourinho e la sua Inter. Era tempo immemore che l’Inter non sollevava al cielo la Coppa dalle grandi orecchie, e dopo aver trionfato in Italia poteva farlo culminando una stagione memorabile. In massa arrivano i tifosi da Milano al Santiago Bernabeu, e contrappongono al naturale bianco (e rosso, per quella sera) di casa i loro colori scuri, che saranno gli stessi che avvolgeranno la Champions dopo soltanto novanta minuti. “El Principe diventa Re…..”
La Champions League ha un’aria particolare, tutti la desiderano, addirittura c’è chi la considera il torneo per club più importante del Mondo. Sarà per questo che la maggior parte delle straordinarie coreografie menzionate sono tutte messe in scena sullo stesso palcoscenico, quello delle magiche notti europee. Ancora il Borussia Dortmund si rende protagonista e, contro il Chelsea spendaccione, fa capire subito che lì dentro non contano i soldi, ma soltanto amore. Un uomo che, presumibilmente dallo spazio, zaino in spalla, è pronto a girare il Mondo per la sua squadra. Niente poteva caricare più di questo, ed i Blues tornano a casa sconfitti, magari con una lezione di vita.
La tana, per così dire, del Bayern Monaco è un tempio del calcio. Modernità combinata alla storia, che si fonde con un pubblico energico e innamorato. L’Allianz, tra i grandi stadi europei, è l’unico che può cambiare colore al suo esterno, dando vita a veri e propri giochi di luce. Nel 2014, però, sempre nella massima competizione europea, lo spettacolo non avvenne fuori l’Arena, ma al suo interno, ed a tingersi furono le gradinate dello stadio. Arrivava il Real Madrid dei sogni, che quell’anno sembrava davvero invalicabile, ed infatti, quella bella coreografia, fu tristemente fine a sé stessa.
L’unica e inimitabile magia del derby di Milano conclude la prima classifica. In quelle occasioni il derby inizia in curva che in campo, ma in realtà il lunedì già si respira l’aria diversa. Nel 2004 i tifosi rossoneri dedicano ai cugini nerazzurri un: “Interista diventi pazzo!“, ritraendo il celeberrimo Urlo di Munch. Lo spettacolo, purtroppo, fu solo sugli spalti, dato che la gara terminò a reti bianche, ma andare allo stadio e vedere Campioni di quel calibro, ne valeva sempre la pena.