GEORGE (THE) BEST

George Best, il “migliore” secondo la traduzione letterale dalla lingua inglese, ma anche il migliore nel cuore di chi ha amato la meraviglia del campione e la fragilità dell’uomo. “Best. Il ribelle incantatore” è un libro di Ivano La Montagna pubblicato da Garrincha Edizioni che ne ripercorre la vita delineandone i tratti che lo hanno […]

Articolo di Simone Dionigi17/05/2025

George Best, il “migliore” secondo la traduzione letterale dalla lingua inglese, ma anche il migliore nel cuore di chi ha amato la meraviglia del campione e la fragilità dell’uomo.

“Best. Il ribelle incantatore” è un libro di Ivano La Montagna pubblicato da Garrincha Edizioni che ne ripercorre la vita delineandone i tratti che lo hanno consegnato alla leggenda in veste di icona intramontabile.

Nato a Belfast nel 1946 in una casa di protestanti e calcisticamente nel Manchester United, George Best si afferma nel grande calcio nel 1968, l’anno della consacrazione dove fu subito chiaro che il calcio mondiale aveva un nuovo volto da celebrare. Una storia che parla di un successo travolgente, di uno spirito libero, eclettico, e di un unico avversario che non riuscì a superare ovvero l’abuso di alcol, tra i suoi eccessi quello letale.

Best fu un simbolo che travalicò i confini calcistici per farsi simbolo politico ed elemento unificante tra le due nazionali irlandesi.

Ciò che resta di Best sono i ricordi, le imprese e i racconti come questo di Ivano La Montagna, testimonianze imprescindibili in un mondo attuale che, come quello del “numero sette” di Belfast, continua inesorabilmente a nutrirsi dei nostri errori, dell’eroe che cade dal piedistallo.

Best ha pagato i suoi errori, certo, ma soprattutto ha saputo tener viva l’immagine di un calcio libero e senza confini.

E infine ha abbandonato il calcio con una riflessione che non lascia indifferenti: “Ho giocato per la felicità delle persone. Quando me ne sarò andato, la gente dimenticherà tutta la spazzatura e ricorderà solo il calcio”