Gianni Minà, il Valore della Conoscenza
Tra le tante cose mirabili che si possono dire sulla città di Torino c’è sicuramente quella di aver dato i natali, il 17 maggio 1938, ad un uomo incredibile, Gianni Minà. La testimonianza della moglie Loredana al Salone del Libro è un’occasione da cogliere al volo per conoscerne la storia ed apprenderne i preziosi insegnamenti. […]
Tra le tante cose mirabili che si possono dire sulla città di Torino c’è sicuramente quella di aver dato i natali, il 17 maggio 1938, ad un uomo incredibile, Gianni Minà.
La testimonianza della moglie Loredana al Salone del Libro è un’occasione da cogliere al volo per conoscerne la storia ed apprenderne i preziosi insegnamenti.
Minà incarna un giornalismo al quale tutti dovremmo tendere, dal cronista al reporter, dal lettore all’appassionato che aspira alla conoscenza del mondo dell’informazione.
Perché trasuda entusiasmo e competenza.
E soprattutto riparte nientemeno che dalla parola. Quella presa per aprire un varco sulla realtà. E soprattutto quella data a chi non ha più voce.
Gianni Minà vede in questa missione un punto fermo. E lo dimostra a partire dalla sua prima intervista a Rigoberta Menchù Tumb, attivista guatemalteca e premio Nobel per la pace nel 1992, che volge lo sguardo ad un tema di estrema importanza, quello della necessità di una politica ambientale sostenibile per continuare a sognare, ad essere umani.
Non solo, Minà sente il dovere morale, attraverso il giornalismo come megafono universale, di tendere una mano anche alle stelle ribelli, come Diego Armando Maradona, Mennea e Muhammad Alì, che hanno pagato il loro prezzo per farsi sentire.
L’insegnamento esemplare di Minà si rivela uno spunto imprescindibile anche in un’epoca come quella attuale, investita dall’onda anomala di Internet e minacciata dalle insidie dell’intelligenza artificiale.
In questo scenario secondo Gianni la società può trovare un salvagente nella cultura, di fatto il solo mezzo capace di far accrescere il pensiero critico fino a favorire un ragionamento senza steccati ed una conoscenza sempre più vasta ed accessibile.
L’invito è quello a continuare a ribellarsi indagando attraverso una coscienza critica e indossare il salvagente della curiosità per non annegare in un oceano di fonti non certificate e fatti inesistenti.
Perché la conoscenza è un faro, così come lo è lo stesso Gianni che ne ha fatto un valore imprescindibile.
La conoscenza è un cammino che siamo invitati ad intraprendere ogni giorno nel nostro piccolo per riscoprirci liberi di spiccare il volo oltre ogni confine.