Fagioli: “Ho chiesto un prestito a Gatti, ma non ho mai scommesso sulla Juventus”

Nicolò Fagioli ha deciso di patteggiare per ridurre la squalifica dovuta alle calcioscommesse. Ecco le dichiarazioni del centrocampista juventino.

Articolo di Redazione SDS18/10/2023

Nicolò Fagioli è il primo giocatore della Serie A ad aver ricevuto la squalifica a causa delle calcioscommesse. Il centrocampista della Juventus ha deciso di patteggiare per ottenere uno sconto sulla durata dell’allontanamento dai campi di calcio e, secondo Repubblica, il classe ’01 bianconero ha parlato così alla Procura di Torino:

“«Decisi di chiedere dei prestiti ad alcuni amici e a un compagno, Gatti, al quale chiesi 40 mila euro dicendogli che mi servivano per comprare un orologio e che avevo i conti bloccati da mia madre». Era ottobre 2022 e quei soldi Fagioli non li ha mai restituiti, nonostante le richieste del compagno. «Altro prestito», sempre di 40 mila euro, «mi fu fatto da Dragusin (ex Juve, oggi al Genoa) e da alcuni amici di Piacenza». La bugia sugli orologi, in realtà, un motivo lo ha: nel periodo di Cremona, una parte del debito aveva provato a risarcirlo. Come? «Provvedevo ad acquistare a Milano dei Rolex di valore » pagando con bonifico. «Gli orologi alcune volte li ho consegnati io, a volte passavano i titolari delle piattaforme a ritirarli presso la gioielleria ». Anche i prestiti di Gatti e Dragusin gli vengono accreditati con un bonifico in gioielleria. Fagioli giura però di non aver mai detto a nessuno del problema nello spogliatoio: «Lo sapevano solo mia mamma e qualche amico non calciatore». Non la Juventus: «Dovevo rinnovare il contratto e temevo che una notizia del genere lo avrebbe impedito». Poi una mattina Nicolò Fagioli ha capito di aver toccato il fondo. Era il 25 maggio 2023. Ha preso il telefono e mandato un messaggio a Paolo Jarre, il suo terapista: «Mi sono svegliato con un vuoto dentro, bruttissimo ». Ma per il centrocampista piacentino della Juventus la passione per le scommesse già da tempo era diventata un’ossessione poi degenerata in un incubo. Soldi presi in prestito dai compagni, e ancora da restituire. Bugie, una dopo l’altra. Minacce ricevute a qualsiasi ora, anche in piena notte: «Ti spezzo le gambe». Un incubo da cui probabilmente è uscito ieri, con l’accordo fra i suoi legali e la Figc: il patteggiamento lo terrà fuori dal campo sette mesi, squalificato fino a fine stagione, e pagherà una multa di 12.500 euro. Altri 5 mesi sono stati convertiti in pene alternative: li dovrà spendere in attività utili, parlando nelle scuole calcio del vizio del gioco e delle conseguenze drammatiche che può causare. Se non lo farà, i benefici del patteggiamento — vera e propria punizione “rieducativa”, per la Federcalcio — cadranno e lui sconterà 36 mesi, la squalifica minima prevista dal Codice di giustizia sportiva per chi viola il divieto di scommesse”.

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