© “KHEIRA HAMRAOUI” – WIKIMEDIA
Giovedì 4 novembre 2021, le calciatrici del PSG, campionesse di Francia – nonché portabandiera di un movimento che Oltralpe cavalca un’ondata d’investimenti – erano a cena in uno splendido ristorante parigino vicino a uno dei più grandi parchi della città. Si godevano una serata organizzata dalla società per festeggiare.
Avevano da brindare al primo titolo della squadra, alla partecipazione alle coppe, all’imbattibilità – che oggi le tiene ancora prime in classifica in condominio con il Lione.
Finito lo champagne si è fatta ora di ritornare a casa. Kheira Hamraoui – una delle top player del club – ha accettato un passaggio da Aminata Diallo. La proposta della compagna di squadra aveva senso: entrambe vivono a Chatou, un sobborgo di lusso della periferia parigina. Insieme a loro si è aggregata una terza giocatrice. In mezz’ora sarebbero state a letto. Sarebbero, si, perché alla fine non è andata così.
Intorno alle 22:30, quella che sembrava una piacevole serata si è trasformata in un incubo, almeno per l’Hamraoui. Nei pressi del domicilio della calciatrice francese, due uomini in maschera hanno aggredito la vettura, concentrando però tutte le loro attenzioni proprio su Kheira. L’hanno trascinata fuori dall’auto e picchiata con una spranga, avendo ben cura di colpirla alle gambe, la parte del corpo più importante per lei, quella che l’ha resa una delle migliori calciatrici d’Europa e che ogni fine settimana le permette di portare avanti il suo club con le sue giocate. A pestaggio terminato, gli uomini sono scappati. È scattato l’iter della denuncia e delle indagini.
Poi questo mercoledì Aminata Diallo, colei guidava, da sospettata, è stata arrestata dalla polizia francese.
L’Equipe – che per primo ha riportato l’arresto – ha subito ipotizzato che la 26enne fosse legata ai fatti, all’attacco al Hamraoui, sua compagna di squadra certo, ma, soprattutto, sua rivale per una maglia da titolare nel centro del campo.
“Il Paris St.-Germain sta lavorando con la polizia di Versailles per chiarire i fatti”, ha fatto sapere subito la squadra in un comunicato. “Il club sta prestando molta attenzione all’andamento del procedimento e studierà quali azioni intraprendere”.
Noël Le Graët, presidente della federazione francese di calcio, si è detto esterrefatto per l’arresto della Diallo, che proprio come Hamraoui, ha vestito più volte la maglia della nazionale francese. Aminata era in campo con la squadra soltanto il mese scorso, per le qualificazioni alla Coppa del Mondo. Hamraoui, invece, volto delle “gallette” durante il Mondiale del 2015 e alle Olimpiadi del 2016, ha giocato per l’ultima volta per la Francia nel 2019 per poi concentrarsi sui club e ci è anche riuscita – la scorsa stagione ha trionfato in Champions League con il Barcellona.
“Quello che si dice è impossibile”, ha detto Le Graët. “Conosco entrambi le calciatrici. Sono inorridito. Ciò di cui si parla sembra inimmaginabile”.
L’incidente, poi le accuse di rivalità e gelosia, hanno riportato tutti all’estate del 1994. Quando la pattinatrice Nacy Kerrigan, durante i campionati degli Stati Uniti fu vittima di un’aggressione orchestrata dall’ex marito della rivale Tonya Harding. La Kerrigan – malmenata con un manganello – fu costretta a ritirarsi, cosicché la “nemica” vinse la concorrenza senza affanni e si conquistò un posto nella squadra olimpica, riuscendo ad ottenere – qualche settimana dopo – una medaglia d’argento ai Giochi di Lillehammer, negando categoricamente (e a lungo) di essere stata coinvolta nei fatti. (Se ritenete quest’ultima storia appassionante potete seguirla nei dettagli guardando il biopic romanzato “I, Tonya”, film del 2017 con protagonista Margot Robbie.)
Tornando, invece, a Parigi, e alla “nostra” storia, o quella della Hamraoui, nelle ore successive all’arresto, il PSG ha fatto sapere di aver aumentato la protezione per le sue calciatrici – portandola al livello di quella fornita ai giocatori uomini. “Da giovedì sera il club ha preso tutte le misure necessarie per garantire la salute, il benessere e la sicurezza di tutta la sua squadra femminile”. Eppure l’incidente è stato difficile da comprendere e da digerire, soprattutto. Sin dall’inizio era palese che non ci si trovava dinanzi ad una rapina, gli assalitori non avevano rubato nulla, né tantomeno ad una aggressione becera e futile, ma ad un attacco concentrato e diretto ad una sola persona.
La motivazione, il movente, non poteva che trovarsi nella concorrenza. Una concorrenza aumentata tra le fila del PSG, che dall’anno scorso ha alzato l’asticella della squadra femminile, mettendo su un organico capace di interrompere il dominio del Lione. Basti pensare che negli ultimi dieci anni per ben otto volte le parigine sono arrivate seconde rispetto alle lionesi.
E in questo contesto che si incastra l’ingaggio della Hamraoui, 31enne, che ha deciso, quest’anno, di “ritornare” a casa da Barcellona, per contribuire alla causa: duellare ancora con il Lione e magari provare a vincere in Europa.
E in questo contesto che si incastra, però, anche l’ingaggio della Diallo, anch’essa tornata a Parigi in questa stagione, dopo un prestito all’Atlético Madrid, per essere sostanzialmente la vice Hamraoui. Hamraoui che questo martedì ha dovuto rinunciare alla partita di Champions League contro il Real Madrid, ed è stata sostituita guarda caso proprio dalla Diallo.
Dopo due giorni di fermo Aminata è stata rilasciata e non incriminata. La polizia continuerà le indagini e, scrivono a Parigi, potrebbe essere accusata formalmente in un secondo momento se dovessero emergere nuove prove.
Nel frattempo di sapere la verità, nostalgici pensiamo a quando la rivalità era un stimolo ad essere più forti e non un motivo per essere peggiori.
Se in questa società non siamo più disposti a lottare per ciò che per noi è importante, o ciò importante non lo è davvero o, forse, siamo noi a non avere più valore.
La vita senza lotta non ha sapore, e questo sapore è l’unico motivo che tiene ancora in vita lo sport.
Leave a Reply