Per una vera Rivoluzione Salernitana: manca ancora l’ultimo tassello
La Salernitana, con un Sabatini visionario nei panni di Direttore Generale e un Sousa maestro di tattiche sulla panchina, potrebbe finalmente trovare la sua alchimia vincente.
L’arrivo di Walter Sabatini, quale nuovo Direttore Generale, rappresenta un cambio di rotta audace, un gesto di rinnovamento che ha l’odore del coraggio. Questo atto, però, necessita di un ulteriore slancio, una mossa altrettanto coraggiosa e determinante. Infatti, in questo scenario di metamorfosi, una tessera del mosaico appare fuori luogo, quasi un’anomalia: l’allenatore Filippo Inzaghi. Nonostante la dedizione e il fervore calcistico, si è confermato una guida poco consona alle ardue sfide del torneo di Serie A. Nella recente contesa in casa contro il Milan, i suoi tre cambi – messi in atto quando la squadra sembrava aver trovato un suo equilibrio – hanno lasciato perplessi gli osservatori: comprensibile l’avvicendamento di Bronn per l’ammonito Mazzocchi, ma del tutto incomprensibile è apparso il sostituire Kastanos con un Martegani dalle prestazioni evanescenti. Questo ha portato, nel finale, a un arretramento eccessivo della squadra, che ha ceduto sotto la pressione e incassato il pareggio negli ultimi battiti del match. Una regia più sagace avrebbe potuto garantire un beneficio di due punti preziosi, un balsamo vitale per la classifica asfittica dei granata. Ma, una volta compiuto l’errore, l’agitarsi febbrile di Inzaghi lungo la linea di campo – un tratto distintivo familiare – appare poco più di un gesto di disperazione, incapace di riscrivere la storia già tracciata.
Il patron, Danilo Iervolino, ha già dimostrato il suo valore nel ritornare sui suoi passi, richiamando sulla tolda di comando il carismatico Sabatini, ma ora si trova davanti a un bivio di eguale importanza: il richiamo dell’ “amore malato” Paulo Sousa per la panchina granata. Sousa è un nome che evoca tattica e passione, un uomo che conosce il calcio come pochi, rappresenterebbe non solo una scelta saggia, ma anche, e soprattutto, una mossa a costo zero, in vista del prossimo mercato da gestire in economia, e l’opportunità di avere un allenatore del calibro di Sousa senza onerosi esborsi appare come un’opzione allettante da non farsi sfuggire, quasi una manna dal cielo.
Inzaghi, con il suo impegno e la sua dedizione, ha purtroppo mostrato limiti che non collimano con le ambizioni di una Salernitana che vuole, e deve, lottare per restare aggrappata al palcoscenico della Serie A. Il ritorno di un tecnico come Sousa, già avvezzo ai meandri e alle sfide del calcio italiano, sarebbe una iniezione di saggezza e di conoscenza. La conoscenza del parco giocatori è un’arma non da poco. Sousa, con il suo occhio critico e la sua mente analitica, può offrire a Sabatini fin da subito le indicazioni necessarie per plasmare una squadra capace di sopravvivere nella massima serie.
Forza Iervolino, è il momento di decidere. Sulla piazza, non si scorgono allenatori di livello superiore a Sousa e, considerando l’esperienza con Inzaghi, qualsiasi nuovo arrivato impiegherebbe mesi per comprendere a fondo il valore dei calciatori in rosa.
La Salernitana, con un Sabatini visionario nei panni di Direttore Generale e un Sousa maestro di tattiche sulla panchina, potrebbe finalmente trovare la sua alchimia vincente. Sabatini, con la sua lungimiranza, tesserebbe la trama della squadra, mentre Sousa, con la bacchetta del direttore d’orchestra, armonizzerebbe la sinfonia sul campo.
È il tempo di continuare ad osare, di prendere altre decisioni coraggiose, perché solo attraverso scelte ardite si possono raggiungere vette inaspettate.