Spalletti e quel falso mito: il Napoli può vincere lo scudetto
Si dice che le squadre allenate da Luciano Spalletti siano solite partire bene per poi crollare miseramente nel girone di ritorno.

©️ “SPALLETTI” – FOTO MOSCA
C’è un eco che a Napoli rimbomba ciclicamente e che ricorda all’ambiente tutto di frenare l’entusiasmo per i risultati esaltanti degli azzurri. Un monito che era arrivato già nella scorsa stagione, dopo l’avvio di campionato straordinario, e che si era poi rafforzato dopo i passi falsi finali. Lo stesso avvertimento che è risuonato negli studi di Mediaset appena poche settimane fa e che porta la voce di Christian Panucci. L’ex romanista, però, non è stato di certo il solo. D’improvviso l’Italia si preoccupa dei napoletani festanti e prova a metterli al riparo da una delusione praticamente annunciata. Mai vista tanta empatia nei confronti di un popolo sempre deriso e bistrattato. Eppure, tutti ci tengono a sottolineare: non vi illudete, perché anche la Roma di Spalletti partiva benissimo e poi crollava nella seconda parte di stagione.
Non abbiamo bisogno di nasconderci dietro ad un dito e possiamo permetterci di analizzare con lucidità la realtà. Abbiamo deciso di mettere da parte i silenzi e le negazioni scaramantiche, che in questi anni comunque non hanno condotto a nulla. Per tali ragioni, non abbiamo timori nell’affermare che questo potrebbe finalmente essere l’anno buono per riportare lo scudetto al Napoli. A fronte di tali affermazioni, così certe ed insistenti, che assegnerebbero invece alla squadra un fallimento conclamato, ci siamo attivati per comprendere quanto ci sia di vero in questa linea di pensiero fatalista. Perché, se fosse vero, potrebbe anche essere un tratto peculiare da accettare del nostro mister. E che comunque, se fosse vero, non è mica detto che la storia debba necessariamente ripetersi immutata. Altrimenti che senso avrebbe il calcio?
Siamo così andati a scavare negli archivi del calcio italiano e abbiamo ripercorso le stagioni in cui Luciano Spalletti era alla guida dei giallorossi. Quattro consecutive dal 2005 al 2009, poi il ritorno dal gennaio 2016 fino al termine del campionato successivo. Quante illusioni ha regalato il tecnico di Certaldo ai tifosi romanisti?
Roma 2005/06 (secondo posto, 69 punti)
Dopo essersi ben distinto sulla panchina dell’Udinese, condotta fino al quarto posto in classifica, Luciano Spalletti viene incaricato dal compianto Franco Sensi di guidare la Roma nell’estate del 2005. La sua avventura non comincia nel migliore dei modi. I giallorossi faticano a carburare e nelle prime 8 giornate raccolgono appena 9 punti, vincendo solamente con Udinese e Reggina e fermandosi all’undicesimo posto. Alla sedicesima giornata la Roma è risalita in settima posizione, ma con risultati tutt’altro che convincenti. Lo score dice: 5 vittorie, 6 pareggi, 5 sconfitte e 21 punti conquistati. Da lì in poi, però, Spalletti diventa inarrestabile ed incanala una striscia di 11 vittorie consecutive, che portano i giallorossi al terzo posto. Nel girone di ritorno, la Roma si concede qualche pareggio di troppo, ma perde solamente due gare e colleziona 39 punti a fronte dei 30 conquistati nel girone d’andata.
Roma 2006/07 (secondo posto, 75 punti)
Nella stagione seguente la Roma vince 4 delle prime 5 giornate, perdendo solo con l’Inter campione d’Italia in carica. Poi, però, arrivano tre passi falsi consecutivi contro il fanalino di coda del campionato: solo 2 punti contro Reggina, Chievo e Ascoli. Ancora una volta c’è un momento di svolta: da novembre a febbraio la squadra di Spalletti vince 12 partite su 15, perdendo solamente il derby con la Lazio.
Da marzo, come effettivamente sostiene Panucci, si apre la fase calante. Anche in questa circostanza i giallorossi lasciano troppi punti per strada tra pareggi e sconfitte. Per onor di cronaca, va detto che il distacco con l’Inter era già abissale: i nerazzurri si laureano campioni con cinque giornate d’anticipo e concludono la stagione con 97 punti. Ad ogni modo, la Roma fa 33 punti nel girone di ritorno, contro i 42 dell’andata.
Roma 2007/08 (secondo posto, 82 punti)
Nella stagione 2007/08 la Roma arriva a pochissimi passi dal titolo in uno dei campionati più avvincenti dell’ultimo ventennio di Serie A. Nonostante i pareggi con Juve, Fiorentina e Napoli e la sconfitta contro l’Inter, Spalletti si guadagna la seconda posizione dopo poche giornate e dà il via ad un agguerrito testa a testa con i nerazzurri, che viaggiano però a ritmi insostenibili. Per assistere alla prima sconfitta di Ibrahimovic e compagni bisognerà attendere fino allo scontro con il Napoli della ventiseiesima giornata.
La Roma conclude il girone di andata con un bottino di 42 punti, 7 in meno rispetto ai nerazzurri in testa. Ma poi la corazzata di Mancini inciampa ripetutamente negli atti finali della stagione. Le due squadre arrivano alla giornata conclusiva con un solo punto di distanza. Spalletti non va oltre il pareggio al Massimino di Catania, laddove anche la vittoria sarebbe stata vana a fronte del successo dell’Inter a Parma. Con il senno di poi, qualche passo falso in meno avrebbe potuto regalare alla Roma il quarto scudetto. I giallorossi concludono la stagione con 82 punti.
Roma 2008/09 (sesto posto, 63 punti)
Il quarto anno di Spalletti comincia in maniera catastrofica. Dopo 11 giornate i giallorossi sono in quindicesima posizione con 8 punti, due sole vittorie e sei sconfitte messe a referto. La vittoria nel derby dà nuova linfa ai giallorossi, che iniziano ad inanellare una serie di risultati positivi tali da riportare la squadra al sesto posto al giro di boa. Il rendimento altalenante, una costante per tutto il girone di ritorno, non consente a Spalletti di scalare ulteriormente la classifica. Nonostante un lieve miglioramento rispetto alla prima metà di stagione, conclude il campionato con 63 punti: il dato più basso registrato nella sua carriera romanista.
Roma 2016/17 (secondo posto, 87 punti)
Nel gennaio del 2016 Spalletti ritorna sulla panchina della Roma dopo la lunga esperienza in Russia con lo Zenit San Pietroburgo. Il tecnico viene richiamato per sostituire Rudi Garcia e il suo impatto è incredibile: vince 14 partite su 19, ne perde solamente una contro la Juve e conclude al terzo posto.
La stagione 2016/17 dà continuità a quanto mostrato nei mesi precedenti. Dopo un discreto avvio (10 punti nelle prime sei giornate), la Roma ingrana la marcia e comincia a volare. I giallorossi vincono 25 delle successive 32 partite, ne pareggiano due e ne perdono cinque. Fanno 41 punti ne girone di andata e 46 in quello di ritorno. Concludono la stagione con 87 punti ed un secondo posto, alle spalle della Juventus scudettata e avanti al Napoli di Sarri. Spalletti è riuscito ad estromettere dal tabellone quei pareggi che avevano pregiudicato le stagioni precedenti, ma stavolta sono state le sconfitte ad inguaiare la festa.
Sfatiamo un mito su Spalletti
È allora vero che bisogna fare attenzione a non illudersi, perché anche con la Roma Luciano Spalletti partiva forte per poi perdersi per strada? Assolutamente no. Anzi, le sue statistiche semmai raccontano il contrario. Delle cinque stagioni in cui ha guidato i giallorossi (escludiamo il ritorno a campionato in corso), tre hanno mostrato un rendimento migliore nel girone di ritorno rispetto a quello di andata e una (2007/08) si è dimostrata estremamente bilanciata. E aggiungiamo: la media punti dello Spallettone romanista è sempre andata in crescendo rispetto alle prime partite stagionali. L’unica annata per cui vale il verdetto di Panucci e seguaci è quella 2006/07, dove il calo di rendimento è innegabile. Eppure, si potrebbe trovare giustificazione dei verdetti del campionato già definiti con largo anticipo.
E quindi sfatiamo un mito: la nomea dello Spalletti illusore di piazze è falsa. Semmai lo si potrebbe dire per le due esperienze interiste; lì la flessione c’è stata eccome, ma non sono le stagioni tirate in ballo dall’accusa. Gli obiettivi e le situazioni dei nerazzurri erano completamente diversi, tanto da quelle trovate a Roma, tanto da quelle attuali a Napoli. E chissà che forse non se ne sia reso conto lo stesso Panucci, che proprio ieri, a proposito del presunto calo nella seconda metà di stagione, ha corretto il tiro: “Non credo che sia colpa di Spalletti. A Roma non abbiamo vinto perché c’era una Inter più forte di noi”. Non è scritto da nessuna parte che il Napoli andrà incontro a questo fatale destino. Fermo restando che, seppur la tesi si fosse mostrata veritiera, nessuno avrebbe potuto porre un veto ai sogni. Quelli esistono e resistono, e a Napoli, oggi, cominciano ad essere sempre più vividi. Anche grazie a Spalletti.