Salernitana: O cane mózzeca sempe ô stracciato

La Salernitana ha fatto stasera la parte dello stracciato, subendo anche l'accanimento di un arbitraggio a senso unico.

Sambia SalernitanaFoto Mosca
Articolo di Giovanni Santaniello26/04/2024

Eravamo preparati a una battaglia impari tra due squadre in lotta per la salvezza, ma scese in campo con un potenziale assai diverso. Ciò nonostante non immaginavamo che la vera sfida per la Salernitana sarebbe stata contro l’arbitro Francesco Fourneau e il suo fischietto impietoso.

Già in avvio, il direttore di gara ha letteralmente azzannato la Salernitana, concedendo un rigore pesantissimo al Frosinone per un maldestro tentativo di fallo di Sambia su Valeri. Diciamocelo chiaramente: quel tuffo meritava l’Oscar, non il penalty.

Come recita il proverbio napoletano “O cane mózzeca sempe ô stracciato”, il signor Francesco Fourneau ha deciso di accanirsi sulla squadra più debole e sfortunata, infierendo senza pietà. Quello di Sambia è stato indubbiamente un tentativo assai goffo di abbracciare l’avversario da tergo, a cui ha fatto seguito un tuffo d’artista di Valeri che però Fourneau ha interpretato come un crimine degno della pena capitale.

Per coerenza, l’arbitro avrebbe dovuto adottare la stessa severità di giudizio anche per l’intervento di Okoli su Ikwuemesi al 69’. L’attaccante granata allarga le braccia, ma lo stesso fa il difensore del Frosinone, che successivamente però perde l’equilibrio e cade pesantemente su di lui. Se quello di Sambia era rigore, lo è ancor di più questo.

Ma l’accanimento non si è fermato qui. Fourneau ha continuato a mordere la Salernitana, annullando uno dei rarissimi gol di Ikwuemesi per un fallo inesistente di Fazio. Una decisione talmente assurda che persino i tifosi del Frosinone non credevano ai loro occhi.

La Salernitana, già insignificante e fallimentare in questa stagione, è stata stasera ulteriormente penalizzata da questo arbitraggio assai discutibile, e in questo modo si condiziona pesantemente la lotta per la salvezza delle altre concorrenti del Frosinone.

La frustrazione nasconde un problema più radicato: in Italia, il VAR e gli arbitri nostrani hanno trasformato il calcio in una telenovela sudamericana, con rigori assegnati per il minimo sfioramento e attaccanti che si lanciano a terra come novelli Ofelia al minimo contatto. Quando poi le nostre squadre vanno a giocare in coppa reclamano, inascoltate, gli stessi rigorini con i quali sono state abituate in patria, con conseguenti lacrime di coccodrillo.

Un vero peccato, perché con una società assente come quella granata, la Salernitana può essere morsa da chiunque lo voglia in maniera indisturbata e a piacimento.

E così oggi, la Salernitana ha fatto la parte dello “stracciato”, subendo l’accanimento di un arbitraggio molto severo, ma a senso unico, senza che nessuno proverà a lamentarsi. Nel frattempo gli omini del VAR non hanno avuto nulla da segnalare, probabilmente di fronte ad una partita dal risultato ritenuto già scontato o dormivano o si stavano godendo un hard-core.

Il futuro della Salernitana

La retrocessione matematica, a questo punto, è quasi un sollievo per la Salernitana, come essersi tolti un dente che doleva da troppo tempo. Almeno si potrà voltare pagina e ricominciare da zero, lontano da questa stagione travagliata fatta di delusioni, arbitraggi controversi e troppe ombre societarie. È l’amara presa di coscienza che, senza un vero rilancio con una proprietà solida alle spalle, sarà impossibile competere ai massimi livelli. Siamo pronti a ripartire con umiltà e progetti chiari dalla serie cadetta, piuttosto che trascinare questa agonia in un limbo pericoloso per il futuro del club.

La retrocessione non è mai un piacere, ma in questo caso specifico diventa quasi una ripartenza obbligata, dopo essere sprofondati nel baratro dell’umiliazione e del ridicolo.

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