Chi viene, ma più chi va

Azzurri in fase di stallo sul mercato. Dall'addio di Insigne, alla situazione legata a Mertens e Koulibaly, i ‘Forza Napoli, sempre’ hanno i nervi a fior di pelle.

Articolo di Luciano Scateni29/01/2022

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Un’ossessione, un sogno monomaniacale, una struggente fissazione, o cosa? Il Napoli in fase di stallo, piuttosto estraneo alle rivelazioni di calcio mercato, appare alacremente attivo se considera con esplicito scetticismo il lato sinistro del pacchetto difensivo a disposizione del signor Spalletti.

Sogniamo o siam desti? Accanto al monumentale Kalidou, al gigante nigeriano Koulibaly, una volta compiuto il rodaggio posto infortunio, agirebbe il ricercatissimo Ghoulam. In sua assenza estemporanea Mario Rui, non a caso titolare della nazionale portoghese, o il poderoso Juan Jesus e perfino l’ambidestro Malcuit, lo stesso Di Lorenzo, sperimentato con successo sulla fascia opposta alla sua naturale.

Il ‘silenzio stampa’ di De Laurentiis per le questioni di ‘mercato’ è infranto dallo ‘scoop’, accolto con pochi clac-clac dai tifosi, per l’arrivo di un quinto candidato a ricoprire il ruolo di terzino sinistro. Se tutto filerà liscio fino al prossimo giugno, dovrebbe sbarcare a Napoli l’uruguaiano Olivera, anno ’97, terzino offensivo (come Ghoulam, ma più lento per motivi di altezza.) Per uno che probabilmente arriva, ecco altri (e che altri) in posizione di ‘pronti via’, di bye, bye dall’azzurro di cielo e mare, delle maglie del Napoli. Toronto ha scippato Insigne alla sua città, con un’offerta imperdibile, Mertens, a disagio per l’idea ondivaga di Spalletti sul suo ruolo e la posizione in campo è a un niente dal lasciare alla città calcistica di adozione, l’affettuosa congiunzione del nome belga Dries con il napoletano Ciro.

Voci per fortuna solo sussurrate, per ora, raccontano di intenzioni libidinose di messieur Agnelli. Con la Fiat alle spalle, dopo il colpaccio di aver strappato alla Fiorentina Dusan Vlahivic, avrebbe in animo di compensare la probabile partenza di De Ligt con Koulibaly in bianconero. Non finisce qui. Già un anno fa il Napoli aveva rischiato di salutare Fabian, che non nasconde la nostalgia per la sua Spagna, come Manolas, per l’amata Grecia. Chi è in confidenza con il possente Petagna, prezioso vice Osimhen, rivela il suo scontento per il ruolo di salvatore della patria, di estrema risorsa degli azzurri in difficile rincorsa alle avversarie in zona Cesarini.

Altro? Sarà ancora Ospina (35 anni) a proteggere la rete deli azzurri? Ounas se avrà l’ok medico per la salute del cuore, si accontenterà di pochi minuti a partita? E Spalletti, così in sintonia con il presidente in tema di gestione amministrativa della società, è davvero garante della continuità della squadra, condizione imprescindibile per ambire a traguardi di prestigio? Di quanto tempo ha bisogno perché il Napoli mostri la personalità del collettivo da big, che per ora non ha esibito? Interrogativi privi di pregiudizi, dettati dalle tante facce del Napoli, di partite quasi perfette e altre più che imperfette, nel corso di un campionato che fatta eccezione per l’Inter (e chissà se fino all’ultima giornata) non ha assi pigliatutto che sbarrano l’ingresso al tricolore.

I ‘Forza Napoli, sempre’ hanno i nervi a fior di pelle. Troppe le delusioni: l’esodo di Higuain, di Sarri e l’evaporazione del suo calcio spettacolare (sgarri subiti dalla Juventus), l’addio di Insigne, Zapata e Jorginho, sono coltellate al cuore e mettono in tensione le attese di replica degli scudetti donati all’azzurro di Partenope da Maradona.

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