Napoli, “Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente”
Nel Napoli del dopo Monza, ‘pezzi mancanti’ o inadeguati, impediscono di far valere lo scudetto: ora questa discesa fa paura.
©️ “NAPOLI” – FOTO MOSCA
Dicono gli statistici che questo detto ammonitore coinvolge tutto e tutti. Nessuna meraviglia se ne fanno ricorso gli innamorati ‘cotti’ del ‘ciuccio’ addobbato di azzurro, del colore di cielo e mare, che fa di Napoli e del suo golfo una dependance dell’Empireo. E non è cosa saggia arrampicarsi a fatica su alti pendii alla ricerca di scuse, di alibi che smorzino la rabbia per la sorte ria di questo Napoli.
La debacle avviene poco dopo la sbornia di felicità di uomini, donne e bambini che all’ombra del Vesuvio, del grande vecchio in riposante letargo e in tutto il mondo hanno acceso la miccia di razzi, bengala e petardi, immersi nella felicità collettiva del ‘3’, numero scatenante l’euforia scudetto raccontata, come solo Partenope può fare, con la frizzante creatività di Troisi, con il suo “Scusate il ritardo”.
Ieri, durante il volo diretto London Gatwick-Napoli Capodichino, una graziosa hostess si è improvvisata radiocronista e ha informato a più riprese i passeggeri napoletani dell’EasyJet di quanto accadeva nel Maradona stadio. La notizia del definitivo, deludente ‘nulla di fatto’, appresa a Napoli, in attesa di ritirare i bagagli.
E insomma, pazienza. Anzi impazienza se ti ferma perfino il Monza ed eviti un nuovo, più devastante flop solo perché Pessina si fa parare un rigore da Meret. Allora usurpi il ruolo di pubblico ministero per la prima udienza del tribunale speciale chiamato a giudicare la ‘grande bruttezza’ del Napoli 2023/2024 e chiami al banco degli imputati i responsabili del delitto sportivo di cui sono vittime i reduci dello scudetto, i cinquantamila del Maradona Stadio, i milioni di tifosi azzurri dei cinque continenti e la loro orgogliosa-rivincita sulla storica supremazia geo calcistica del centronord.
Tutti coinvolti, con motivazioni molteplici e vari livelli di responsabilità, ma un’unica imputazione generale erga omnes. Può servire un esempio a tutti comprensibile: se da bambino smonti un giocattolo e perdi qualcuno dei ‘pezzi’, non ti riesce di rimontarlo e quel che resta finisce nel secchio della spazzatura.
Nel Napoli del dopo Monza, ‘pezzi mancanti’ o inadeguati, impediscono di far valere lo scudetto. Sono da pensionamento anticipato i successori di Spalletti, grida vendetta il ‘go’ concesso a Giuntoli, meritano indagini di competenza i preparatori atletici, sono auspicabili diagnosi accurate per accertare il valore di acquisti sballati e visite psichiatriche per capirei perché dell’esodo di chi ha contribuito ad ogni livello alla ‘grande Bellezza’ del Napoli senza rivali di un anno fa.
È inaccettabile la farsa dell’annuncio (senza riscontro) di acquisti e non meno il nulla osta per nuovi addii (Elmas, Zielinski, Simeone). Pesano lo stillicidio del rinnovo contratti che stressa i giocatori in sospeso. Le nuove promesse di De Lau di acquisti rimandano al mistero di Lindstrom, alla giovanile immaturità di Natan, ai dubbi leciti sul valore di Cajuste.
Serve altro per giustificare “chi troppo in alto sal cade sovente….”?