Zúñiga, il “pacco” a De Laurentiis e la maledizione del terzino

Juan Camilo Zúñiga compie oggi 36 anni. Il ricordo del clamoroso "pacco" rifilato a De Laurentiis e quella maledizione sulla fascia sinistra.

Articolo di Luca Paesano14/12/2021

Per anni ha solcato instancabilmente le fasce laterali del San Paolo. Come uno yo-yo manovrato dai più abili maestri dell’attrezzo, procedeva in avanti a suon di finte ubriacanti e tornava indietro in attesa dell’attimo giusto per affondare il tackle. Oggi compie 36 anni Juan Camilo Zúñiga Mosquera, uno dei simboli di quello storico e romantico Napoli di Mazzarri. Ricordato anche con un marcatamente autoctono “Zuzù”, il colombiano arrivò a Napoli nel luglio del 2009, quando fu acquistato dal Siena per 8,5 milioni di euro.

Con la maglia azzurra, Zúñiga ha messo insieme 162 presenze e 4 reti, 18 assist e una quantità incalcolabile di doppi passi, dribbling e colpi di tacco, molti dei quali fini a sé stessi. Si conquistò un posto fisso in quel Napoli dal sapore sudamericano che accendeva di passione le domeniche partenopee. Di piede destro, ma piazzato sulla fascia opposta da Mazzarri, dove le sue giocate offensive risultavano più congeniali ed efficaci. Fino alla fine della gestione del tecnico toscano, nel 2013, è stato senza alcun dubbio tra i migliori esterni di fascia del campionato italiano e dell’intero panorama europeo. Poi, nel biennio di Benitez iniziò un lento ma definitivo declino che lo portò all’addio a causa di continui problemi fisici.

Zúñiga è ancora oggi molto legato alla piazza napoletana, ricordandola spesso nei suoi post su Instagram e nelle dirette con i suoi follower, lasciandosi andare anche a qualche reminiscenza dialettale.

Il rinnovo e il “pacco” a De Laurentiis

Al di là dell’ottimo rendimento e dei bei momenti in azzurro, Juan Camilo Zúñiga viene ricordato con un sorriso dalle parti di Napoli anche per essere stato l’unico ad aver “fregato” De Laurentiis.

Nel 2013, all’apice della sua carriera, l’esterno colombiano si ritrova in scadenza di contratto e con gli occhi delle big europee puntati addosso. Il rischio concreto è che il calciatore vada via a parametro zero, portando via un potenziale tesoretto di spessore per le casse partenopee. Un colpo al cuore per De Laurentiis che così, per difendersi dalle avances di mercato, intavola le discussioni per il rinnovo. Dopo mesi di trattative, la questione si conclude con un prolungamento fino al 2018 con stipendio da 3,5 milioni annui, il più alto della rosa dopo quello di Gonzalo Higuaín.

Appena quattro giorni dopo la firma, arriva la fregatura. Un problema al ginocchio, un “vuoto cartilagineo” nell’articolazione, lo costringe all’operazione e ad un lunghissimo stop, fino ad aprile 2014. Il tempo di riprendersi per i Mondiali in Brasile e poi il colombiano si ferma di nuovo, per tutta la stagione seguente. Il rapporto con la società si incrina, tant’è che nel 2015 viene messo fuori rosa fino alla cessione nel mercato invernale.

In soldoni, Zúñiga si assicurò i suoi 3,5 milioni fino al 2017 e poi sparì, dichiarandosi perennemente infortunato. Per il Presidente sempre attento ai bilanci, quello fu un “pacco” difficile da accettare. “Zúñiga? Non ne parliamo, sono molto arrabbiato”, dichiarò sulla situazione. In città aleggiava il sospetto che il colombiano sapesse già dei problemi fisici.
Zuzù lo aveva fregato.

La maledizione del terzino sinistro

A rileggere la storia di Juan Camilo Zúñiga, a qualcuno potrebbe essere venuta in mente un’altra storia più recente e, se anche per motivi diversi, parallela a quella dell’esterno sudamericano. Siamo sempre a Napoli, siamo sempre sulla fascia sinistra, e parliamo del successore del colombiano: Faouzi Ghoulam. Arriva in azzurro per appena 5 milioni di euro, conquista il posto da titolare, stupisce i tifosi e si afferma sotto la mano magica di Maurizio Sarri come uno dei migliori terzini in Europa. Poi, la storia si ripete. Nel miglior momento della carriera e con prestazioni in continua ascesa, il 2 novembre 2017 arriva la tegola: rottura del legamento crociato. Operazione e lungo stop inevitabile.

La società, però, crede fermamente nel suo recupero e appena un mese dopo, ai primi di dicembre, glielo dimostra prolungando il suo contratto fino al 2022. Il contestuale ritocco all’ingaggio, porta il suo stipendio a quasi 3 milioni, bonus compresi. Come per Zúñiga, da lì inizierà anche per l’algerino un calvario senza fine, fatto di continui infortuni e ricadute che lo hanno tenuto ai box per più di 90 partite negli ultimi 4 anni. E anche in questo caso, le tasche di De Laurentiis piangono. Maxi ingaggio pluriennale sul groppone del club per un calciatore quasi mai utilizzabile. Come per il colombiano, anche per Faouzi si prospetta un addio alla scadenza del contratto, a costo zero, nell’estate del 2022.

Marolda
© “GHOULAM” – FOTO MOSCA

Due esperienze speculari, quelle di Zúñiga e Ghoulam, che hanno lasciato la fascia sinistra orfana di un degno interprete. Da anni, quel senso di vuoto ogni volta che il pallone rotola su quell’out mancino si percepisce. A questo punto, date le circostanze, un’osservazione sorge spontanea. Poiché non c’è due senza tre, ma sarà che De Laurentiis, traumatizzato dalle perdite economiche – sia potenziali che effettive – che gli investimenti in quel ruolo hanno restituito, si rifiuti di comprare il tanto agognato terzino sinistro per paura di un altro “pacco”?

Cercasi erede di Zúñiga e Ghoulam

Le alternative che si sono succedute nel corso del tempo non si sono mai rivelate controfigure all’altezza. Dapprima ci fu un altro colombiano, Pablo Armero, arrivato nel gennaio 2013 dall’Udinese e sostituto naturale del connazionale. Le sue “giocate” più memorabili con la maglia azzurra sono rappresentate dai balletti dalle movenze latine per festeggiare i gol dei compagni. Più disastri che altro, come gli errori che portarono ai gol di Marsiglia e Dortmund in quel famoso girone di Champions League del 2013/14. A novembre si cercò di rattoppare quel buco con l’acquisto dello svincolato Anthony Réveillère, ma il trentaquattrenne francese era ormai al tramonto della sua carriera. Senza risultati eccelsi è stata anche l’avventura di Ivan Strinić, e ancor meno quella di Vasco Regini, impiegato per appena 14 minuti. Fermo a zero, invece, il minutaggio del croato Hrvoje Milić. Per fortuna, però, in quelle stagioni Ghoulam lavorava ancora a pieno regime.

Dal momento del suo infortunio, sulla corsia sinistra si sono alternati Hysaj e Mario Rui, due che a Napoli hanno sempre diviso la piazza. Mediamente, comunque, molte più critiche che elogi per entrambi, spesso responsabili dei gol incassati. Al portoghese, che alla lunga è stato promosso a titolare, vanno indubbiamente dati i meriti per l’impegno e la dedizione. Sulla qualità di buona parte delle sue prestazioni, invece, ci sarebbe da discutere. E poi, si è sempre puntato su un recupero – mai avvenuto – del terzino algerino. Forse, più una speranza di dare un senso a quei quasi 15 milioni di ingaggio che una concreta possibilità.

Insomma, se si vuole trovare il punto debole della rosa del Napoli, da diverse stagioni a questa parte la risposta ricade sempre su chi occupa il ruolo di terzino sinistro. Dopo Camilo Zúñiga e Faouzi Ghoulam nessun degno erede è arrivato all’ombra del Vesuvio. Di certo, le difficoltà economiche legate alle perdite portate dal Covid non hanno incentivato investimenti importanti, ma l’estate prossima difficilmente De Laurentiis potrà rimanere ancora a braccia conserte. Con l’algerino prossimo ai saluti – salvo sorprese – e Mario Rui che ha varcato la soglia dei 30 anni, bisognerà necessariamente intervenire sul mercato. Forse in maniera un po’ tardiva, sperando che la lunga attesa non sia stata vana, si avvicina l’ora di un nuovo “Mister X”.